Professione Mediazione: La parola ai Protagonisti

Anche quest’ anno a partire dal 16 febbraio 2023, presso l’Università degli Studi di Milano si terrà la Competizione Italiana di mediazione che vede partecipanti oltre venti Facoltà italiane e che è giunta alla undicesima edizione.

Nel convegno di apertura vi sarà un’ interessante tavola rotonda sul punto di vista dei Mediatori, degli Avvocati e degli Organismi di Conciliazione.

Parteciperà anche l’ Avv. Cristina Arianna dello Studio legale Arianna & Associati, partner fondatore di Orange Table e Vice Presidente del Centro Studi Orange Table.

Berlin Packaging nell’acquisizione di Panvetri.

Berlin Packaging ha finalizzato l’acquisizione di Panvetri, azienda a conduzione familiare di imballaggi in vetro e metallo per i settori del vino e dell’olio d’oliva.

Dla Piper ha assistito Berlin Packaging con un team multidisciplinare guidato dal partner Alessandro Piermanni, coadiuvato tra gli altri dagli avvocati Silvana Bonazzi e Andrea Serafini e da Federico Lazzareschi.

PwC Deals ha assistito Berlin Packaging con servizi di due diligence finanziaria con un team guidato da Giuseppe Rana e composto da Joe GehringLeire de la Fuente Izquierdo Gabriele Vullo.

PwC TLS Avvocati e Commercialisti ha assistito l’acquirente nel processo di due diligence fiscale con un team guidato da Nicola Broggi e composto da Alessandro Campione e da Sara Zanella.

Panvetri è stata assistita da un team di professionisti partner di Orange Table, composto dall’avvocato Stelio Campanale per gli aspetti legali, dal dottor Francesco Fabbiani per gli aspetti fiscali e dalla dottoressa Stefania Motta per la valutazione d’azienda e per gli aspetti contabili.

Gli aspetti notarili sono stati seguithttps://legalcommunity.it/dla-piper-e-pwc-tls-al-fianco-di-berlin-packaging-nellacquisizione-di-panvetri/i dal notaio Federico Mottola Lucano dello studio ZNR Notai con il dottor Stefano Chiarello.

Dla Piper e Pwc Tls al fianco di Berlin Packaging nell’acquisizione di Panvetri

SITUAZIONE ATTUALE DELLA RIFORMA E PROSPETTIVE FUTURE DEL TERZO SETTORE

Il prossimo 9 dicembre presso la sede della Fondazione “Pro Terra Sancta”, Milano si terrà il convegno:

SITUAZIONE ATTUALE DELLA RIFORMA E PROSPETTIVE FUTURE DEL TERZO SETTORE

organizzato dal Centro Studi Orange Table.

L’evento si svolgerà in due sessioni, mattutina e pomeridiana, intervallate da un light lunch.

Data la carenza dei posti disponibili in sala, causata dalla nota normativa anti COVID, si prega di voler comunicare la propria partecipazione entro il giorno venerdì 03/12 c.a. utilizzando la e-mail indirizzata a Giovanna Repossi repossi@orangentpn.com

specificando eventualmente se si desidera limitare la presenza al mattino o al pomeriggio.

In ogni caso sarà possibile seguire i lavori con webinar al seguente link

 

https://zoom.us/webinar/register/WN_BAXJTRjOTHWqfGZBUj8xNw

Dopo l’iscrizione, riceverete una e-mail di conferma con le informazioni necessarie per entrare nel webinar.

L’ARTE DELLA PANDEMIA. 20 Novembre 2021, Palazzo Ferrajoli, Roma

Espressioni Creative Sostenibili nell’Era della Grande Pandemia

Mostra Personale dell’artista Stefania Bolognese

Curatore artistico: Marco Eugenio Di Giandomenico

 

Sabato, 20 Novembre 2021, Ore 16:00-20:00

Palazzo Ferrajoli, Piazza Colonna n. 355 – 00187 Roma

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COMUNICATO STAMPA

L’evento dal titolo L’ARTE DELLA PANDEMIA è organizzato da ETHICANDO Association di Milano con il patrocinio dell’ARD&NT Institute (Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) e la direzione artistica del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, teorico dell’arte sostenibile.

L’evento, che gode del sostegno di alcune aziende salentine, tra cui Eurolive e l’Associazione di Formazione Globale (AFG), e del patrocinio di vari enti e istituzioni culturali, tra cui Regione Puglia, Provincia di Lecce, Comune di Lecce, Comune di Carpignano Salentino, Fondazione Palmieri Onlus, consiste in una conferenza di approfondimento dei più pregnanti aspetti di sostenibilità dell’arte contemporanea soprattutto nell’era della grande pandemia, e nella mostra personale di alcune opere dell’artista salentina Stefania Bolognese.

L’iniziativa è promossa dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI).

Ogni epoca storica ha declinato una propria nozione di “arte” tanto nelle produzioni artistiche tanto nei dibattiti di intellettuali, filosofi, critici e politici, dimostrando quanto trattasi di una tematica di impossibile definitiva soluzione, essendo ancorata necessariamente alle modalità espressive della creatività e alle variegate declinazioni che gli artisti pongono in essere dagli albori dell’umanità, anche in relazione al progresso delle tecniche e all’emersione di nuove abilità.

Il terzo millennio è all’insegna delle cosiddette nuove tecnologie, che con il loro sviluppo incessante e repentino cambiano in continuazione le carte in tavola, riproponendo quanto mai nel passato una problematica di sostenibilità dell’arte, anche per le generazioni future. Nell’epoca contemporanea, inoltre, emerge la questione della valorialità dell’arte – un altro pilastro della nozione di sostenibilità dell’arte – vale a dire se il connubio aristotelico del bello/buono sia o meno connotato imprescindibile di un’opera d’arte, se la “verità” ricercata da Auguste Rodin non può che ritrarsi da un messaggio edificante di cui l’opera d’arte stessa diventa medium per l’umanità.

«Nel secolo scorso – commenta il curatore Marco Eugenio Di Giandomenico – l’umanità ha preso coscienza della necessaria sostenibilità dell’operare di qualsivoglia essere umano, tanto nella sua dimensione per così dire privata, tanto nei rapporti con gli altri e con il pianeta nella sua dimensione lavorativa, contribuendo a uno sviluppo economico globale equilibrato che salvaguardi la qualità della vita delle generazioni future. La locuzione “comportamento sostenibile”, declinata agli inizi degli anni ottanta del novecento con riferimento alle problematiche di utilizzo responsabile delle risorse naturali e quindi in relazione ad aspetti eco-ambientali, oggi connota anche le nuove modalità espressive della creatività in campo artistico conseguenti allo sviluppo incessante delle nuove tecnologie, le quali hanno snaturato le tassonomie classiche dell’arte, che trova sempre più negli applicativi informatici/telematici il mezzo naturale per venire ad esistenza, quasi per rivelarsi. Si tratta di una piattaforma concettuale in continua evoluzione, su cui si gioca il futuro dell’arte contemporanea».

Inoltre sono affrontate altre questioni, sempre “sostenibili”: quella dei “ponti” tra le arti, vale a dire delle connessioni fattuali/esperienziali tra modalità espressive differenti, ognuna stigmatizzata nel sistema storico dell’arte con una precisa tassonomia (musica, pittura, scultura, arti applicate, etc.), e quella della natura intrinsecamente interdisciplinare dell’arte stessa, che oggi più che mai naufraga nella psicologia e in quel complesso sistema che attiene il benessere interiore e fisiologico della persona. Le opere dell’artista Stefania Bolognese rappresentano una pregnante case history di arte sostenibile, innescando un affascinante dialogo tra differenti linguaggi creativi di notevole impatto estetico ed emozionale

Il focus è naturalmente posto sulla risposta creativa al Covid-19, interessante leva di produzioni artistiche che confermano la intrinseca “socialità” dell’arte contemporanea e quindi la sua connotazione inevitabilmente sostenibile.

Event plan

 

L’Arte della Pandemia

Espressioni Creative Sostenibili nell’Era della Grande Pandemia

Mostra Personale dell’Artista Stefania Bolognese

Ethicando Association

Sito web: www.ethicando.it

e-mail: info@ethicando.it

PHYSIOGNOMY Il “sigillo permanente”: Luna Berlusconi e la poetica del volto

Mostra “PHYSIOSGNOMY” a cura del Prof. Giancarlo Lacchin componente del Comitato Scientifico del Network Orange Table.

Mostra ospitata nello Spazio BIG Santamarta, in via Santa Marta, 10 – Milano, dal 15 ottobre al 4 novembre 2021

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“Con tutta probabilità, nella storia della riflessione estetica, il tema del volto è apparso come uno di quelli che, in maniera più incisiva di altri, ha dischiuso le prospettive teoriche più profonde e articolate, tanto più che proprio tramite il riferimento alla complessità che tale tematica racchiude è stato possibile individuare alcune delle più straordinarie connessioni fra le diverse poetiche artistiche antiche e moderne (e con esse, quindi, i tentativi più mirabili e riusciti delle diverse tecniche pittoriche) e la più nobile tradizione filosofica che risale ai fondamenti del pensiero estetico romantico e post-romantico, vera e propria premessa, a nostro avviso,  riconoscere la dimensione ambivalente e dinamica del bello, il suo infinito e quasi incomprensibile potere di seduzione e di rapimento estatico, e lo fa proprio ammettendo la possibilità di una bellezza semplice, non esclusivamente riconducibile alla composizione armonica di parti fra loro.”  

Giancarlo Lacchin 

 

ESTETICA E ARTE. LA CANGIANZA DELL’ARTE FRA PIACERE E VIZIO

La storia dell’estetica e dell’arte ha da sempre intessuto una relazione privilegiata con le zone più intime e inesplorabili delle profondità umane, rinunciando a risolverne l’irriducibile problematicità e preferendo, piuttosto, limitarsi a descriverne i moti sottili e inestricabili. “Un mistero insondabile è l’uomo”: così ci dicono la filosofia e la religione, la psicologia e l’antropologia, e gli artisti hanno da sempre cercato di esplorare queste zone inaccessibili con la ricchezza inesauribile della loro immaginazione e della loro fantasia, in una narrazione che appare spesso per lo più discontinua e frammentata, sconnessa e accidentata.

All’interno di questo scenario è possibile individuare una dinamica che ci rivela tutto il suo carattere intrigante e solo apparentemente contradditorio e che si pone all’origine della stessa storia dell’estetica moderna, cioè quella fra piacere e vizio. Se infatti, da un lato, la capacità di giudicare la bellezza delle cose e degli oggetti d’arte risiede proprio nella estrema particolarità del giudizio estetico, che si presenta come “puro” proprio nella sua distinzione e assoluta autonomia rispetto ad ambiti extra-estetici quali, per esempio, quello della morale, dall’altro possiamo verificare come la creatività umana, quale quella che è venuta a esprimersi nei grandi capolavori dell’arte universale, sia profondamente intrisa e imbevuta di sensualità e di interesse per la vita. In un certo senso possiamo affermare come il “piacere disinteressato” di cui parla Kant, quello che nasce come effetto di una contemplazione autenticamente pura, cioè non interessata nei confronti dell’esistenza dell’oggetto o a quello che esso può significare per la nostra vita, conviva nell’arte con il vizio, come ciò che, appunto perché definito in quanto contrario della virtù, ha comunque a che fare con la moralità, cioè proprio con quell’ambito da cui l’estetica tende a distinguersi in modo netto. Nella cultura classica il vizio è infatti rappresentato dagli estremi opposti della moralità umana di cui la virtù è la medietà, il giusto mezzo: per esempio l’astinenza e l’intemperanza nei confronti della moderazione, o la codardia e la temerarietà nei confronti del coraggio.

 

L’arte vive così all’interno di una forma di cangianza che avvicina alla vita pur volendosene distanziare e in questo realizza quasi un incantesimo, di beatitudine e di passionalità al contempo. L’arte è cangiante proprio nella misura in cui segue il ritmo di questa dialettica e utilizza le immagini che presenta come l’esposizione di questa vibrazione che la sorregge e che si genera nel contatto fra la materialità dell’opera e la ricezione che chi la contempla ne deriva. Dalle origini alla contemporaneità, da Giotto ai maestri delle avanguardie, dall’astrattismo al Minimalismo, l’artista permette sempre al fruitore di fare un’esperienza mobile e fluida della realtà, nella quale le facoltà intellettuali interagiscono con la complessità della dimensione sentimentale e percettiva. L’immagine viene così a perdere la propria stabilità, facendosi rarefatta e inafferrabile, generatrice di continue e inesauribili allusioni e domande. Ma l’arte oggi, come afferma Lyotard, non rinuncia tuttavia a esprimere un imperativo, in quanto essa «non è un genere definito da un fine (il piacere del destinatario) e, ancor meno, un gioco le cui regole sarebbero da scoprire. L’arte assolve un compito ontologico, cioè “cronologico”. Lo assolve senza portarlo a termine. Si deve ricominciare senza fine a testimoniare dell’occorrenza, lasciando essere l’occorrenza».

BANKNAUTS – ANTONIO NATALE solo exhibition

Siamo lieti di invitarvi presso lo spazio espositivo di Swiss Logistics Center, in via Soldini 12 a Chiasso, per incontrare l’artista Antonio Natale e ammirare la sua esposizione “Banknauts” con più di 50 opere e la storica auto d’epoca da lui decorata.

L’Artista sarà presente tutta la settimana, fino a lunedì 15 ottobre 2021 dalle 10.00 alle 17.00.

Per qualsiasi informazione ecco i contatti:

Carlotta Vasoli pH:+41(0)916831315 MOB. +41 (0)786703990 

carlotta.vasoli@swisslogcenter.ch

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Viaggiatori senza identikit

Il mito del Belpaese ha radici nel passato e un’ombra lunga sul futuro. Da Dante e Petrarca ­­– primi, a impiegare quest’espressione – il turismo italico è stato cose diverse. Epoche in cui viaggiano solo soldati e banditi, poi nobili in carrozza o signorine ottocentesche in Italia a studiare arte. Il grand tour si rinnova: americani che si innamorano di Venezia Firenze Roma, giapponesi con la macchina fotografica, masse da voli lowcost.

Il Belpaese è mèta privilegiata di un viaggiatore senza identikit perché il viaggio è un’esperienza che risente dello spirito del tempo. Il viaggiatore riparte, i suoi ricordi alimentano il mito. Bellezza dei luoghi, temperature docili, città disseminate di statue. Colori, odori, sapori, usi e costumi, diventano resoconti fiabeschi e modi dire. Gli italiani mangiano sempre e se non mangiano parlano di cibo. Tra i modi dire – che sono le parole a farci sognare le cose – molti sul cibo e sul vino. Oggi, il turismo enogastronomico interpreta il mito per chi vuole assaporare la nostra tradizione.

 

Firenze e la Toscana offrono percorsi ineguagliabili. Residenze storiche convertite in strutture di ospitalità o architettura contemporanea per attività centenarie. Corsi di cucina? Al Belmond Villa San Michele. Con la facciata attribuita a Michelangelo e i giardini all’italiana, è uno degli alberghi più affascinanti d’Europa e Napoleone lo scelse come quartier generale italiano. Monastero nel 1400, ha mantenuto le piccole porte di legno e le serrature metalliche delle camere, una volta celle dei monaci. Straordinarie esperienze di degustazione? Toscana Wine Architecture è un circuito di cantine d’autore realizzate da maestri dell’architettura. La Cantina Antinori nel Chianti Classico, a basso impatto ambientale e alto risparmio energetico, è invisibile dall’esterno se non per due lunghe fenditure che tagliano la collina, segno distintivo la scenografica scala elicoidale che collega i 3 piani della struttura. Magica. Scende nelle viscere della terra e del tempo sino al 1385*, sale virtualmente all’infinito, nel futuro.

 

Nota: 1385 – inizio della produzione vinicola degli Antinori

Amalibro – Futuristiconardore, 24 settembre 2021

Quattro manifesti futuristi

Di Luca Violo. Presenta Andrea Di Gregorio (direttore editoriale NewPress), modera Giancarlo Lacchin.

Amalago propone una nuova presentazione libraria della rassegna Amalibro, curata da Sibyl von der Schulenburg, scrittrice e responsabile della sezione Letteratura dell’associazione Amalago.

Il libro

Contro il futuro di una storia lineare e borghese bisogna rompere il ponti con il passato, carico di millenni di memoria, ma inadeguato a cogliere la salvifica forza generatrice della modernità.

Il presente è simultaneo, caotico, rombante e veloce come una macchina da corsa che sfreccia nell’aurora dell’innovazione tecnologica.

Il secolo nascente, per il teorico Filippo Tommaso Marinetti e l’artista Umberto Boccioni, è praticabile solo attraverso il Futurismo, un movimento d’avanguardia che punta a  modellare con audace e archetipo coraggio tutti gli aspetti della vita, che deve bruciarsi in un eterno afflato contemporaneo.

Quattro manifesti programmatici, due del padre nobile Filippo Tommaso Marinetti e due del grande Umberto Boccioni – scritti tra l’aprile 1909 e il giugno – luglio 1913 incidono nell’immaginario della ricerca artistica contemporanea, che dopo secoli di verosimiglianza, spicca il volo verso l’ignoto di una astratta visione dell’espressione estetica, che scava nei profondi recessi dell’anima umana.

L’arte riscrive la percezione, la manipola o, addirittura, la sostituisce per presentare una diversa realtà. Ecco l’eredità fondamentale che ci hanno lasciato i Futuristi.

Di fronte alla loro visione, audace, anticonformista, c’è da rimanere esterrefatti: a più di cent’anni fa risalgono questi testi che annunciano, invocano un’arte potente, innovativa, modernamente creativa.

Il futuro che ancora viviamo – quello che nel cinema si è cristallizzato con le babeliche folle di “Metropolis” di Friz Lang e “Blade Runner” di Ridley Scott – nasce da queste pagine, dalla consapevolezza che le parole, come le immagini e le forme, devono essere riscritte dopo una tabula rasa con la Storia, celebrando la  simultanea frammentazione del visione della realtà, che si annienta nell’istante di un eterno futuro.

Per maggiori informazioni sul libro: http://www.newpressedizioni.com/

Per partecipare

24 settembre 2021 ore 18.30

Spazio BIG Santa Marta

TUTELARE LE IDEE ATTRAVERSO IL BREVETTO DI INVENZIONE

Accade spesso che chi ha un’idea voglia brevettarla come invenzione e dopo un’attenta analisi si scopra che non sussistono i requisiti previsti dalla legge, ovvero che manca la novità, l’attività inventiva o l’industrialità, che sono necessari per riconoscere protezione giuridica al brevetto come invenzione.

Che cosa è un’invenzione e perché brevettare?

L’ordinamento italiano disciplina i brevetti per invenzione ed i brevetti per modelli industriali.

Ai sensi dell’articolo 45 del Codice della proprietà industriale possono costituire oggetto di brevetto “le invenzioni che sono nuove, che implicano un’attività inventiva e che possono avere un’applicazione industriale”.

Non tutti i trovati possono essere registrati come brevetto di invenzione, e pertanto è sempre opportuno rivolgersi ad un consulente per verificare se sussistono i requisiti di registrabilità.

Il diritto di brevetto per invenzione industriale concede infatti al suo titolare la facoltà esclusiva di attuare l’invenzione e di trarne profitto nel territorio dello Stato e anche negli altri territori in cui si decide di estendere la protezione.

I requisiti previsti dalla legge perché un’invenzione possa essere oggetto di brevetto sono i seguenti

  • Novità: un’invenzione è considerata nuova se non è compresa nello stato della tecnica. A tal fine, sembra sufficiente che la novità si concretizzi in un risultato nuovo, volto a soddisfare interessi prima non risolti e non soddisfatti, anche mediante coordinamento originale ed ingegnoso di elementi e mezzi già conosciuti quando ne derivi un risultato tecnicamente nuovo ed economicamente utile che sia miglioramento della tecnica preesistente.

Per il legislatore lo stato della tecnica è costituito da tutto ciò che sia stato reso accessibile al pubblico nel territorio dello Stato o all’estero, difatti il trovato non deve risultare parte integrante di tutto ciò che sia stato divulgato prima del deposito della domanda del brevetto, mediante una descrizione scritta o orale, una utilizzazione o qualsiasi altro mezzo.

  • Attività inventiva: l’attività inventiva esiste se, per una persona esperta del ramo, non risulta in modo evidente dallo stato della tecnica. Deve trattarsi di un problema non risolto dalla tecnica, che il nuovo insegnamento risolve, ed è necessaria, quindi, una diversità/novità rispetto al passato. In pratica, si ritiene che l’invenzione non sia frutto di un processo inventivo se poteva essere realizzata da qualsiasi tecnico del settore sulla base della tecnica anteriore esistente alla data di deposito del brevetto.
  • Industriabilità: l’invenzione, infine, per poter essere tutelata dal brevetto deve essere idonea a funzionare secondo lo scopo voluto. La descrizione ed i disegni devono consentire ad un tecnico del settore di poterla realizzare senza costringerlo a ricorrere a nuove ricerche o, comunque, a nuove indagini, nuovi controlli, nuove sperimentazioni per poter realizzare il trovato oggetto di brevettazione.

Molto ci sarebbe ancora da aggiungere su questi argomenti, e sulle strategie da attuare qualora non fosse possibile ottenere un brevetto per invenzione. Siamo a vostra disposizione per valutare se sussistono i requisiti di registrabilità dell’invenzione, e per suggerire le alternative di legge, come la registrabilità di un modello industriale o la registrazione di know-how su tecnologia blockchain.